venerdì 18 giugno 2010

Ricordando Saramago...



Si pensa che uno scrittore sia sempre se stesso ogni volta che scrive. Io penso invece che uno scrittore e' diverso a seconda di chi lo legge. Non importa parli di sue esperienze dirette o fantastichi l'impossibile. Questo e' il mio Josè..e' una nota che avevo scritto un po' di tempo fa e la riporto qua...

"La decisione del signor José apparve due giorni dopo. Generalmente non si dice che una decisione ci appare, gli uomini sono talmente gelosi della propria identita', per vaga che essa sia, e della propria autorita', per poca che ne abbiano, che preferiscono darci ad intendere di aver riflettuto prima di fare l'ultimo passo, di aver ponderato i pro e i contro, di aver soppesato le possibilita' e le alternative, e infine dopo un immenso lavorio mentale, di aver preso la decisione. C'e' da dire che le cose non sono mai andate cosi'. Non verra' mai in mente a nessuno l'idea di mangiare senza avere abbastanza appetito, e l'appetito non dipende dalla volonta' dell'individuo, si crea da solo, è il risultato di obiettive necessita' del corpo, un problema fisico-chimico la cui soluzione, in modo piu' o meno soddisfacente, si ritrovera' nel contenuto del piatto. Persino un atto tanto semplice come quello di uscire di casa e andare a comperare il giornale presuppone, non solo un sufficiente desiderio di ricevere informazioni, il quale, e' bene chiarirlo, essendo un desiderio, e' necessariamente appetito, effetto di specifiche attività fisico-chimiche del corpo, ancorché di diversa natura, ma presuppone anche, quell'atto quotidiano, per esempio la certezza, o la convinzione , o la speranza, non consapevoli, che il veicolo addetto alla distribuzione non sia in ritardo o che il chiosco dei giornali non sia chiuso per malattia o assenza volontaria del proprietario. D'altro canto, se persistessimo nell'affermare che le nostre decisioni siamo noi a prenderle,allora dovremmo iniziare con il chiarire, con il discernere, con il distinguere che e', in noi, quello che ha preso la decisione e quello che poi la eseguirà, operazioni impossibili, ove ci siano. A rigore, noi non prendiamo le decisioni, sono le decisioni che prendono noi. La prova la ritroviamo nel fatto che, passando la vita a compiere successivamente i più svariati atti, ciascuno di essi non lo facciamo precedere da un periodo di riflessione, di valutazione, di calcolo, al termine del quale, e solo allora, ci dichiareremo in condizioni di decidere se andare a pranzare, o a comprare il giornale,[..]"

Tratto da: 

Tutti i nomi
José Saramago


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