mercoledì 10 agosto 2011

Quando la legge non è uguale per tutti

Immagine presa da qui

Nonostante i giornali abbiano passato sotto silenzio la discussione della legge "sul prezzo dei libri" pochi sono stati coloro che si sono lamentati. Fondamentalmente avviene perché, in percentuale, in Italia di lettori ce ne sono pochi, ma spesso ci si dimentica che quei pochi, fanno acquisti che a volte coprono le mancate spese di chi non legge.

Un amico anobiiano, Felizberto, una volta fece un gioco proprio in un gruppo legato a questo social network, che poi io ho riproposto qui e là nei vari gruppi che ho frequentato con risultati ogni volta interessanti. Si tratta, in estrema sintesi, di mettere motivazioni per una affermazione che per assurdo si sa che non è corretta. Mi spiego meglio, l'oggetto di quel post era "Leggere fa male" e tutti noi anobiiani, lettori per definizione, abbiamo dovuto arrovellarci la mente per supportare tale tesi che per noi è un assurdo già in partenza.

Oggi la ripropongo a voi e a me. Cominciamo.

"Leggere fa male"...

... Fa male al lettore che si nutre solo delle ultime uscite. Perché in commercio ci sono milioni di titoli "civetta" che servono solo per attirare le folle, visto che gli editori sono convinti che siamo tutti scemi e che in campo letterario sia applicabile il principio di "moda commerciale" e sono convinti, che non servano grandi impegni in traduzioni, editing ( ovvero correzione di bozze soprattutto degli errori) perché tanto noi, ignoranti, non ce ne accorgemo.

... Fa male perché con il tempo gli editori, hanno pensato e pensano ancora che non ci importi conservare i libri e quindi ne mettono in circolazione molti con rilegature al limite della decenza che fanno si che alla fine della lettura anche il più accorto dei lettori si ritrovi non più un libro ma un'edizione a fascicoli settimanali e che debba interpretare il testo, non nel suo significante, ma cercando di capire i caratteri sbiaditi o stampati male e correggere a mente tutti gli errori di ortografia e grammatica.

... Fa male agli editori, che dichiarano in alcuni casi di perdere fino al 14% su ogni libro editato, giustificazione che utilizzano per spiegare gli altri milioni di titoli spazzatura. Perché sono convinti che il commercio culturale non sia equiparabile a quello normale, non sapendo che l'acquisto di un libro sul mercato è equiparabile a quello di una gomma per la macchina o a un etto di prosciutto. Sono comunque prodotti.

... Fa male ai librai, perché con il tempo la categoria è scaduta. Migliaia di persone hanno pensato che bastasse essere lettori per aprire una libreria e che, soprattutto, bastasse mettere il cartello "aperto" perché milioni di persone si riversassero a comprare i loro titoli. Quelli che non conoscono i contenuti nemmeno di un quarto dei titoli che propongono e pensano che i lettori possano sicuramente far da se... Altrimenti che lettori sarebbero?

... Fa male al portafoglio dei lettori, che sono costretti per coltivare il loro passatempo ad investire più soldi, oggi, per leggere gli stessi titoli di ieri, avendo in cambio libri da discount al prezzo di libri brossura e curati dei migliori traduttori e editori e ai quali capiterà di entrare in libreria, come è successo a me, e di vedere lo sguardo inorridito del libraio che si vede chiedere una copia intonsa di un libro evidentemente completamente letto e deve invece dire, che no il libro è d'esposizione (macché!!! Se lo fosse stato sarebbero risultate aperte solo le prime pagine e non tutte!) e ce lo vende comunque a prezzo pieno come il libro fosse nuovo di pacca!!

... Fa male anche ai nuovi scrittori, troppo spesso costretti a farsi autopubblicità, non solo per sapere che ne pensano i propri lettori, ma sempre più spesso per sopperire alle mancanze della propria casa editrice che, in cambio di prezzi accettabili o anche no, delega tutta l'attività di promozione allo scrittore stesso. La pubblicità si fa solo con i titoli civetta di cui sopra...gli altri stanno sempre in fondo allo scaffale più alto e inarrivabile in libreria.

... Fa male, perché potreste rischiare quel che gli editori, librai e scrittori di low-profile temono di più la famigerata "coscienza culturale", chiamiamola così prendendo ad esempio la coscienza sociale. È quella sorta di status che vi permette di pretendere di più dei libri di bassa lega, che vi permette di selezionare le vostre letture e di sapere che i bei libri non sono quelli con i cartelloni e le frecce o che si urla sui giornali che sono l'ultimo capolavoro del secolo, ma sono quelli vi spingono a riflettere e a sentire emozioni. Quella coscienza che vi fa insospettire che su ogni giornale, la critica si sia livellata su quanto sono belli questo o quel titolo e che, una volta finito un libro, vi fa tornare a quegli articoli per scoprire che la maggior parte di costoro, probabilmente non l'ha nemmeno letto!

E quindi, per tutte quelle qui citate e anche altre ragioni, leggere fa male e Levi ha ragione, nell'imporci un prezzo alto per cotanta spazzatura!

"La nuova legge ha ragione" perché...

...perché avremo la possibilità di riscoprire le vecchie edizioni di molti dei libri che dobbiamo interpretare oggi. Il mercato dell'usato era già fiorente ma adesso lo sarà di più e finalmente avremo veramente lo sconto, comprando libri usati, ma di ottima fattura.

... Perché quando entreremo in libreria valuteremo meglio il nostro acquisto. Non compreremo più libri mal fatti o che urlano "sono fatto per tenere fermo il tavolino traballante". Saremo più coscienziosi, sceglieremo accuratamente i libri da comprare e lasceremo giù tutti quelli che non sono nemmeno degni per la spazzatura. Non compreremo libri che hanno l'aspetto di quelli di esposizione o letti e nel caso usciremo da una libreria con un libraio truffatore o incompetente, per entrare in un'altra, magari più fornita o, perchè no, andremo a comprarli su internet da Amazon o paritetici. E se il libro che abbiamo è danneggiato o mancante di capitoli ( succede anche questo) o stampato male, sicuramente lo riporteremo sicuramente al libraio, chiedendone la sostituzione, perché è nel nostro pieno diritto di coloro che acquistano.

... Perché nel costruire le nostre librerie, sceglieremo i pezzi che ci interessano di più e rimetteremo in circolazione quelli che invece non ci "trasporteremmo da una casa all'altra in caso di trasloco", perché saremo più aperti ad attività sociali quali le "catene di lettura" (quando un utente o un lettore mettono in catena un libro da leggere che passa di lettore in lettore iscritto alla catena stessa e alla fine ritorna al proprietario iniziale) alle traduzioni di gruppo ( è successo con l'ultimo titolo di "Harry Potter" che, non essendo disponibile in lingua italiana, molti utenti si sono messi insieme e hanno fatto una traduzione collettiva con tanto di correzione bozze) e così saremo socialmente attivi e avremo la possibilità di conoscere gente nuova e di condividere la nostra passione che spesso é un'attività solitaria.

... Infine perché visto che l'investimento non sarà così indifferente, grazie al censore Levi ( che è anche colui che voleva chiudere il mondo di blogger), sapendo che la critica attuale non è critica, ma solo pubblicità, andremo a ricercare le recensioni di altri utenti, prima di scegliere quali libri comperare per poter evitare di prendere fregature in caso di acquisti di libri nuovi.

Quindi, sostanzialmente è un invito ai lettori a fare una fortissima selezione su quello che acquistano e a non accontentarsi più, "tanto comunque ci ho speso poco", perché non sarà più così! È l'occasione per tutti di far capire che il consumatore non è un citrullo e che se i libri, come ogni tanto mi capita di leggere qui e là, devono essere oggetto di critica solo da parte di chi ha alla spalle una "laurea ad hoc" o un "attestato di giornalista" perché se così fosse, i libri sarebbero solo per loro. Se ne stamperebbero molti di meno, i critici se li dovrebbero comprare invece di averli in regalo e ci sarebbero anche molti meno scrittori in circolazione, nonché meno editori, meno titoli e anche meno cultura per tutti.

Quindi se anche tu, che mi stai leggendo, hai un blog e sei del mio stesso avviso, ti chiedo di giocare con me e di mettere i tuoi motivi sul perché fa male leggere e perché questa legge è giusta. Ti chiedo altresì di inserirmi il link in risposta a questo post che io inserirò qui sotto e metterò il post fra quelli da leggere e quindi sempre rintracciabile nella mia home. Chiaramente se vorrai inserire anche tu nel tuo post i link di altri post o di commenti dei tuoi utenti l'anello che si creerà sarà più completo! ;)
Se invece sei un lettore e non hai un blog, metti lo stesso in risposta i tuoi perché che sarò felice di inserire il tuo contributo qui sotto come i link dei blog che vorranno partecipare. Non si vince nulla, a parte dimostrare la dignità lesa dei lettori che non hanno armi per difendersi se non quella di dichiararsi su quella parte di rete disposta a dar loro spazio e agire come utenti responsabili fornendo riflessioni sullo stato reale delle cose e agendo di conseguenza.


Ed ecco chi ha avuto la voglia di mettersi in gioco, questo è il punto di vista e le risposte di Aedes:





Ho aperto anche una pagina con le librerie che consiglio e che mi consigliano dai un'occhiata qui: Nuova legge sul prezzo dei libri. Dove risparmiare! 

Buone letture consapevoli e tutti,
Simona

Immagine presa da qui

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2 commenti:

  1. http://aedeslibri.blogspot.com/2011/11/legge-levi-il-prezzo-dei-libri.html

    Ho avuto il piacere, con parecchio ritardo, di partecipare! :)

    RispondiElimina

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