lunedì 21 luglio 2014

[Dal libro che sto leggendo] L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle miserabili monache


Fonte: Pinterest

Siamo in estate e sicuramente in cerca di quel libro "bello, bellissimo" da portarci in giro e che non ci impegni più di tanto ma che ci lasci un bel ricordo di questo periodo di ferie. Ecco, questa è una bella e intelligente proposta. Marco Marsullo è un po' una certezza riesce ad unire la narrativa scorrevole di una storia bella e piena di sentimenti, all'ironia terminando con un finale che tocca le corde del cuore e lascia quel sapore di non aver passato il tempo a leggere una storia che dimenticheremo. Che volere di più?

In più il protagonista, Agile, è un po' il personaggio per tutti, da quelli affettuosi agli scorbutici. Diverte non solo il suo rapporto con gli amici ma il confronto con il mondo esterno. Mondo che indubbiamente, come potete leggere sotto, odia ma che gli manca anche. Devo ammettere che, però, il personaggio cui mi sono più affezionata è Brio, mi piace perché nonostante il suo status è un uomo deciso e veramente pieno di brio. Lo trovo esilarante nelle sue prese di posizione e preparatissimo nello studiare piani e soluzioni alternative.

Ho affrontato questa lettura con la tranquillità di quella che sa che comunque vada, con Marsullo, è sempre un vero successo e così è stato. In fondo la magia di questo giovane scrittore sta nel fatto che in ogni lavoro si presenta come uno scrittore differente e sempre uguale. Differente nelle storie che propone e sempre uguale in quella speranza di un mondo che può salvarsi imparando dalle storie e dalla vita. E, la speranza, con Marco ha sempre un buon sapore.

Buone letture e buone vacanze,
Simona Scravaglieri



1. 
Qui ci chiamiamo tutti per soprannome.È più veloce, più comodo. Ci viene più facile ricordare chi siamo.Io mi chiamo Dino (piacere: mio, voi vi ricrederete presto), ma mi chiamano tutto Agile. Lo so, Come soprannome fa un po' schifo, poi di agile oramai ho solo la lingua quando parlo, e e volte nemmeno tanto. Tendo a dimenticarmi le cose, a mischiare i ricordi, a confondere le facce. Sono rincoglionito, fateci l'abitudine. Spesso quando mi vedo riflesso nello specchio mi saluto dandomi del lei. Ho settantaquattro anni un solo rene, la prostata grande come la Danimarca e un'insana, rischiosa passione per i pistacchi. Odio i giovani, com'è giusto. Ma odio anche i vecchi, sono lenti e insopportabili. Odio quei tipi che quando ti guardano sorridono come se avessero visto un cucciolo di labrador. Che cazzo ci avete da sorridere? Sono vecchio, cosa c'è di tenero? Se contate fino a trenta forse muoio pure. Odio i preti, i gatti persiani, le feste comandate e i telequiz che ci mettono due mesi per dirti se il concorrente ha indovinato la densità della popolazione di Tripoli. Odio un sacco di altre cose. A dire il vero odio quasi tutto quello che c'è sulla Terra, compreso fare gli elenchi, quindi mi fermo qui. Anzi, un'ultima cosa: su tutto e tutti odio quelli che mi cedono il posto sull'autobus. Non me ne faccio niente della vostra pietà, se davvero volessi un posto me lo prenderei con la forza potete giurarci. Gli autobus, io li guidavo. Poi, quando sono diventato più vecchio dei pullman che guidavo, sono andato in pensione dopo migliaia di chilometri di traffico, e da autista sono diventato un passeggero. Non è facile abituarsi a guardare di lato, dal finestrino, invece che davanti. farsi portare invece che portare.La prospettiva è una cosa fondamentale.Ho tre amici. Sono le uniche tre cose che non odio al mondo.Uno è Guttalax, lo chiamiamo così perché è più stitico di un bambolotto. Gli altri sono Nino Malaparte detto Rubirosa e Cosimo Piaga detto Brio per via del Parkinson. Alloggiamo tutti a Villa delle Betulle, vicino a Roma.E anche se il nome può farvi pensare a grandi saloni con arazzi alle pareti e bagni dai rubinetti dorati, vi assicuro che è una merdosissima casa di riposo che olezza di lettiera per gatti.
Oggi mi sono svegliato tardi. Che è molto meglio di non svegliarsi affatto. Il trucco per diventare vecchi è quello di alzarsi tutte le mattine, nessuna esclusa. Basta saltare un lunedì e zac: l'eterno riposo dona loro eccetera eccetera. Ho aperto gli occhi che erano le otto passate. Di solito non mi sveglio mai dopo le sei. È una piacevole abitudine che mi ha donato la vecchiaia,insieme a quella di pisciare a rate ed essere trapassato dagli sguardi delle donne.All'inizio fa male, poi ci si abitua e fa pure peggio.Seduto accanto al mio letto c'era Guttalax. Il solito completo grigio sdrucito con la cravatta rossa e la camicia bianca.- Buongiorno, - mi fa.- Speriamo, - sbuffo io, girandomi dall'altra parte.È che Guttalax ha questo faccione color cerotto con il doppio mento e le borse sotto gli occhi. In testa nemmeno un capello. Come prima immagine del mattino non aiuta la circolazione linfatica.- Sono le otto e dieci, - mi punzecchia.- Oh certo, faremo tardi per il nulla che ci attende.- Ma oggi è l'ultimo martedì del mese, - ribatte, con quella voce piena di catarro e speranza che lo contraddistingue. Mi volto di scatto (di scatto... diciamo a una velocità considerevole) e sollevo le coperte.- L'ultimo? - gli chiedo, intanto mi sistemo il bordo del letto.Lui fa rimbalzare il viso color cerotto e sorride. Quanto mi fa incazzare Guttalax quando sorride. E Gttalax sorride sempre. Accetta ogni avvenimento della vita stirando le labbra all'insù e addolcendo gli occhioni. È un uomo di Pasqua con dentro la felicità, non riesci mai ad odiarlo completamente, si salva sempre in calcio d'angolo. Maledetto vecchio stitico. 

Questo pezzo è tratto da: 

L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle miserabili monache
Marco Marsullo
Einaudi Editore, Ed. 2014
Collana "Stile Libero Big"
Prezzo 16,50€

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...